Un parlamentare conservatore albanese ha sollevato una polemica omofoba riguardo alla copertina di un libro di testo di terza elementare che raffigura un mago con una veste arcobaleno. La controversia è stata inizialmente alimentata dal commentatore di destra Auron Kalaja, che ha pubblicato su Instagram la copertina del libro “Gjuha Shqipe” (Lingua Albanese), invitando i genitori a “rifiutare questo libro”.
Kalaja ha scritto: “Qual è il significato dell’arcobaleno e dei suoi colori sulla copertina della materia più bella?! Questo essere con una bacchetta magica cambierà la mente dei bambini così che questi ultimi cambino sesso o…?!”.
Tritan Shehu, deputato del Partito Democratico, di destra, ha alimentato la polemica con un post su Facebook del 6 settembre, in cui ha accusato il governo di tentare di “deformare” i bambini. “La copertina del testo ufficiale di ‘Gjuha Shqipe’ per i bambini è un insulto cinico allo sviluppo, al futuro e alla visione di vita e famiglia dei bambini,” ha scritto Shehu. “Lì appare un bambino e, per di più, un ‘uomo’ con la barba che indossa un vestito dai colori dell’arcobaleno, ballando a piedi nudi come una donna!!! Qui non stiamo parlando di coincidenze, ma di una strategia del regime, pericolosa per l’orientamento sessuale nella nuova era femminile.”
Nonostante queste affermazioni abbiano suscitato prevedibili reazioni di indignazione in alcuni ambienti, l’editore del libro, Albas, ha difeso il design in una dichiarazione, sottolineando che il testo è stato utilizzato nelle scuole da otto anni senza alcuna lamentela da parte di genitori o educatori.
Nella sua dichiarazione, Albas spiega che sia l’arcobaleno che il mago sono riferimenti a racconti presenti nel libro di testo. “Le interpretazioni tendenziose e discriminatorie, più si diffondono sui social network e nei media, più approfondiscono la crisi che stiamo attraversando come società, danneggiando la salute mentale dei bambini”, ha affermato l’editore.
La polemica sollevata riflette le tensioni esistenti in Albania su questioni legate ai diritti LGBTQIA+ e alla percezione dell’identità di genere, in un contesto dove i simboli, come quello dell’arcobaleno, vengono spesso fraintesi e politicizzati.