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Cina. Strutture per la “conversione” delle persone Lgbtqia+

In Cina, il trattamento riservato alle minoranze sessuali sta peggiorando, con molte persone inviate in strutture correttive dove subiscono trattamenti brutali nel nome della “terapia di conversione”. Queste accuse emergono da interviste recenti con vittime e sostenitori, che hanno rivelato l’esistenza di circa 100 di queste strutture nel paese, incluse ospedali e istituzioni private. Gli internati sono soggetti a pestaggi e altri atti violenti nel tentativo di “correggere” il loro orientamento sessuale o identità di genere.

Il pregiudizio basato su idee conservatrici pervasivo nella società cinese gioca un ruolo in questa situazione, ma secondo gli esperti, la discriminazione contro le persone lesbiche, gay, bisessuali, transgender e queer (LGBTQ) è alimentata dalla leadership cinese sotto il Presidente Xi Jinping, che considera il rispetto dei diritti delle minoranze sessuali come un “valore occidentale”. Si teme che qualsiasi attivismo per i diritti umani da parte delle minoranze sessuali possa portare a critiche verso il sistema.

Molti giovani, anche in preadolescenza, vengono portati, spesso forzatamente, da membri della famiglia in queste strutture in città e province come Shanghai, Hebei, Hubei e Sichuan. Le vittime riportano abusi sessuali e psicologici, come essere insultati, picchiati e costretti a spogliarsi davanti agli altri. Alcune di queste persone hanno anche subito abusi sessuali da parte degli ufficiali delle strutture.

Questi abusi hanno spinto un numero crescente di membri delle minoranze sessuali a fuggire all’estero. L’omosessualità, un tempo considerata un disturbo mentale e illegalizzata in Cina, è stata depenalizzata nel 1997 e rimossa dalla categoria delle malattie mentali nel 2001. Tuttavia, la situazione è nuovamente peggiorata negli ultimi anni. Nel maggio dello scorso anno, il Beijing LGBT Center ha sospeso le sue attività per la protezione dei diritti umani delle minoranze sessuali, presumibilmente sotto la pressione delle autorità cinesi.

Secondo una stima, in Cina ci sono 75 milioni di persone LGBT, ma il numero esatto di vittime di violenza rimane sconosciuto. La pressione subita non riguarda solo le minoranze sessuali, ma anche i membri dei gruppi di supporto, che sono soggetti a convocazioni dalla polizia e sorveglianza.

Dare voce alle minoranze sessuali è più importante che mai, specialmente in Cina, dove il discorso è controllato. Comunicare dalla prospettiva delle minoranze diventa cruciale in un contesto dove la libertà di espressione è limitata.