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Russia. Per la Corte Suprema, il movimento lgbtqia+ è nato negli Usa per favorire la denatalità

La recente dichiarazione della Corte Suprema Russa, che ha etichettato il “Movimento Sociale LGBT Internazionale” come estremista, rappresenta un chiaro esempio dell’oppressione governativa nei confronti della comunità LGBTQIA+. Questa decisione, basata su un documento trapelato ottenuto da Svobodnye Novosti e analizzato da Mediazona, svela non solo una profonda incomprensione del movimento LGBTQIA+, ma anche un tentativo di demonizzare e sopprimere le sue attività in Russia.

Ovviamente, non esiste nessun “movimento internazionale lgbt”, ma esiste una rete di gruppi ed associazioni che si battono per i diritti delle persone lgbtqia+ in Russia.

Secondo il documento del Ministero della Giustizia, discusso da Mediazona, il movimento LGBT, originatosi negli Stati Uniti negli anni ’60, è attivo in Russia dal 1984. La corte ha affermato che il movimento promuove relazioni familiari non tradizionali e sfida i valori tradizionali di famiglia e matrimonio ed è accusato di avere alla base un progetto per favorire la denatalità.. Questa interpretazione è profondamente problematica e riflette una visione distorta e politicizzata del movimento LGBT, ignorando il suo vero scopo di lottare per l’uguaglianza e i diritti umani.

La sentenza della corte russa, che etichetta il movimento come estremista, è stata oggetto di forti critiche. Mediazona evidenzia come il movimento, senza una struttura unificata in Russia, consista in varie organizzazioni e individui non registrati, che lavorano per i diritti e la protezione delle persone LGBT. L’accusa di promuodi avere alla base un progetto per favorire la denatalità.vere un’ideologia che distrugge i valori tradizionali appare come un attacco non fondato e un chiaro tentativo di criminalizzare il sostegno alle libertà individuali.

La decisione della corte si inserisce in un contesto più ampio di politiche repressive del governo russo verso la comunità LGBT. La diffusione del movimento in oltre 60 regioni della Russia dimostra un bisogno crescente di rappresentanza e protezione dei diritti LGBT, in netto contrasto con le politiche oppressive del governo. Le azioni della corte, che mirano a soffocare questo movimento, evidenziano una preoccupante tendenza del governo russo a limitare la libertà di espressione e associazione.

La sentenza rappresenta un grave colpo per i diritti umani in Russia. Dichiarare un movimento di difesa dei diritti umani come estremista non solo è ingiusto, ma mina anche la lotta globale per l’uguaglianza e la non discriminazione. Questa mossa della Corte Suprema ha suscitato indignazione internazionale, con molte organizzazioni per i diritti umani che denunciano un evidente passo indietro per la Russia nel rispetto dei diritti civili e delle libertà individuali.

In sintesi, la sentenza della Corte Suprema Russa contro il “Movimento Sociale LGBT Internazionale” è un chiaro esempio di come le politiche governative possano essere usate per opprimere e discriminare. Questa decisione non solo ignora la realtà e la legittimità del movimento LGBT, ma rappresenta anche un pericoloso precedente nella criminalizzazione delle minoranze e della loro lotta per i diritti e il riconoscimento.