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Se il medico non “condanna” gli orientamenti sessuali “non tradizionali”, allora è un “estremista”.

A Samara, una città situata nella parte europea della Russia lungo il fiume Volga, si è verificato un incidente notevole riguardante la libertà accademica e i diritti delle persone LGBT. Il caso coinvolge Valentin Matveev, uno psichiatra la cui tesi di dottorato sul disturbo dell’orientamento sessuale è stata oggetto di un’accusa di propaganda di estremismo.

Secondo le autorità, la tesi di Matveev promuoveva le persone LGBT, un’azione considerata illegale secondo la legge russa attuale. Nonostante un esame avesse chiarito che Matveev non aveva espresso opinioni positive verso un’organizzazione specifica bandita in Russia, la sua dissertazione è stata interpretata come un incentivo a comportamenti sessuali non tradizionali da alcuni membri di un gruppo di focus.

Questo gruppo ha suggerito che la sola menzione delle persone LGBT nella tesi potesse essere considerata propaganda. La situazione è complicata dal fatto che, anche se non vi è stata una condanna esplicita nei confronti dell’organizzazione bandita, la legge non lascia spazio di manovra, portando a una probabile sentenza di colpevolezza per Matveev. L’inchiesta si sta ora ampliando, includendo i membri del gruppo di focus e i pazienti di Matveev, che erano stati anonimamente coinvolti nella sua ricerca.

In seguito alle accuse, Matveev è stato rilasciato, ma con l’obbligo di non utilizzare Internet, telefono e materiale di scrittura, e ha perso il suo lavoro.