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Sport e diritti delle persone Lgbtqia+. Autorevole dichiarazione OHCHR

In vista del “Sporting Chance Forum”, evento che fa parte delle celebrazioni dell’ONU per il 75° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, un gruppo di esperti dell’ONU ha espresso preoccupazioni riguardanti le barriere strutturali nello sport che colpiscono donne, ragazze e persone LGBTQIA+.

Gli esperti hanno dichiarato: “Le esclusioni categoriche delle donne trans e intersex dallo sport femminile sono una violazione manifesta degli obblighi in materia di diritti umani secondo il principio di non discriminazione, e il loro diritto alla privacy. Siamo anche profondamente preoccupati dalla frequente, a volte offensiva e addirittura odiosa, messa nel mirino delle persone trans e intersex sui social media e nel discorso pubblico, specialmente quando ciò riguarda il loro senso di sé e la loro autonomia corporea, poiché queste azioni influenzano la loro integrità fisica e mentale”. Hanno inoltre sottolineato che il concetto di equità è inscindibile dalla pratica sportiva. Gli stati e le organizzazioni sportive devono rimanere impegnati a garantire l’equità della competizione.

Gli esperti hanno concluso sottolineando l’importanza dello sport come mezzo per cambiare percezioni, pregiudizi e comportamenti: “Siamo convinti che lo sport abbia il potere di cambiare percezioni, pregiudizi e comportamenti: non deve essere utilizzato per rafforzarli. Pertanto, esortiamo le organizzazioni sportive di alto livello a considerare le implicazioni delle loro decisioni non solo per gli atleti LGBT e intersex, ma anche per l’impatto che queste decisioni avranno sulle persone LGBT e intersex che partecipano allo sport a tutti i livelli, così come sulle percezioni sociali generali e sull’ideale di uno sport inclusivo”.

Queste dichiarazioni sono state rilasciate da un gruppo di esperti composto da:

  • Alexandra Xanthaki, Relatore Speciale nel campo dei diritti culturali;
  • Victor Madrigal-Borloz, Esperto Indipendente sulla protezione contro la violenza e la discriminazione basata sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere;
  • Dorothy Estrada Tanck (Presidente), Ivana Radačić (Vicepresidente), Elizabeth Broderick, Melissa Upreti e Meskerem Geset Techane, Gruppo di lavoro sulla discriminazione contro le donne e le ragazze;
  • Tlaleng Mofokeng, Relatore Speciale sul diritto di tutti al godimento del massimo standard possibile di salute fisica e mentale;
  • Damilola Olawuyi (Presidente), Robert McCorquodale (Vicepresidente), Elżbieta Karska, Fernanda Hopenhaym e Pichamon Yeophantong, Gruppo di lavoro sulla questione dei diritti umani e delle imprese transnazionali e altre imprese.

Queste posizioni si basano sulla recente posizione politica pubblicata dal Relatore Speciale nel campo dei diritti culturali e dall’Esperto Indipendente sulla protezione contro la violenza e la discriminazione basata sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere, relativa alla partecipazione delle persone LGBT alla vita culturale.